Un passato glorioso, una storia da non dimenticare
La storia di Palazzo Monti della Corte è affascinante e avvincente e attraversa le vicende della famiglia che, di generazione in generazione, l’ha abitato e trasformato. Palazzo Monti della Corte è da sempre un punto di riferimento importante per la comunità, la cultura e la politica di questo territorio. I Monti tennero a Nigoline, in particolare a partire dall’Ottocento, un cenacolo di intellettuali e politici italiani che annoverava nomi illustri quali Cesare Arici, Rodolfo Vantini, i fratelli Ugoni e Ugo Foscolo. Qui si rifugiò anche Tito Speri nel 1849 dopo le “X giornate di Brescia” e prima del patibolo di Belfiore a Mantova. Tra le altre personalità che hanno animato questo cenacolo culturale, anche il nigolinese Geremia Bonomelli, poi vescovo di Cremona.


Un vero punto di riferimento
Palazzo Monti della Corte sorge sul territorio di Nigoline, citato per la prima volta in alcuni documenti del XIII secolo come Nuvolinis. Il termine probabilmente deriva da Novalia, ossia i terreni dissodati per renderli adatti alla coltura. Altri sostengono che il nome faccia riferimento alle nuvolette che si appoggiano a metá collina nella stagione umida. Il palazzo si presenta oggi come il felicissimo risultato di una serie di modifiche, ampliamenti ed abbellimenti dell’antico borgo feudale dei Federici della Corte, potente e antica famiglia della Valle Camonica che si insedia a Nigoline intorno al secolo XV sec. Questo ramo dei Federici era legato alla corte degli Oldofredi di Iseo, da questo l’appellativo di “della Corte”. Superati i secoli del medioevo e venuta meno la funzione difensiva del borgo, i della Corte vollero costruire un sontuoso palazzo, adatto a ricevimenti e a una vita maggiormente improntata al godimento della campagna.
Se, come abbiamo visto, il nucleo arcaico del Quattrocento era abitato dai della Corte, nel XVIII secolo i Baroni Monti, originari invece di Montichiari, si uniscono ai della Corte, ereditando il “feudo” di Nigoline. Da questa unione è nato il nome Monti della Corte.


Una storia appassionante
Uno dei membri più illustri della famiglia fu il Colonnello Alessandro Monti che intraprese la carriera militare e divenne un eroe del Risorgimento. Nato nel 1818 ed educato a Vienna, entrò nell’esercito austriaco come ufficiale. Nel 1848 abbandonò tale esercito, schierandosi con gli “insorti” bresciani, ottenendo il comando della guardia nazionale durante le X Giornate di Brescia. A seguito della sconfitta contro gli austriaci, il Monti, insieme a Tito Speri, trovò rifugio proprio a Palazzo Monti della Corte. Come molti altri eroi risorgimentali, strinse contatti con i il governo dei Savoia che gli affidò una missione segreta: raggiungere Lajos Kossuth a Budapest. L’Ungheria dal settembre del 1848 era in rivolta contro l’Austria con lo scopo di abbandonare l’impero asburgico. Monti con una legione di soli 1100 volontari, riuscì a tenere testa a uno dei più forti eserciti dell’epoca, distinguendosi per ordine e disciplina. Egli ubbidì a ciò che sentiva come un dovere morale dal quale non poteva prescindere: la lotta per la libertà. In Ungheria ancora oggi è ricordato come un eroe della Rivoluzione. A lui è dedicato un busto commemorativo nei giardini di Porta Venezia a Brescia.

Altra figura di rilievo della famiglia è il Professore Alessandro Augusto Monti della Corte (1902-1975). Viaggiatore, avventuriero ed erudito, studioso di storia, politica e araldica, il barone Alessandro Augusto partecipò, a soli diciotto anni, all’impresa di Fiume con Gabriele D’Annunzio.
Si sposò con Jacqueline Keutche-Oglou, nobile Armena di Costantinopoli esule del genocidio, che qui a Nigoline diede inizio a una nuova tradizione: l’organizzazione di un ballo ogni giovedì.
Da Jacqueline ebbe una figlia, Beatrice, la quale, dopo aver aperto nel 1955 la Galleria dell’Ariete, che fece la storia dell’arte contemporanea in Italia e nel mondo, sposò lo scrittore mitteleuropeo Gregor von Rezzori con cui visse anni felici nella casa di Santa Maddalena a Donnini, a venti minuti da Firenze. Alla morte dell’amato marito scrittore, fondò la Fondazione Santa Maddalena, un rifugio per botanici e scrittori che qui possono ancora oggi trovare il silenzio e la pace per inventare e scrivere. Negli anni la Fondazione ha ospitato moltissimi autori stranieri di grande fama. Tra i più noti gli americani Edmund White e Michael Cunningham, gli ungheresi Andràas Nagy e Péter Esterhazy, il cubano José Manuel Prieto, l’anglo-giamaicana Zadie Smith, gli irlandesi John Banville e Colm Tóibín.


L’affascinante Jacqueline però morì molto giovane e il barone Alessandro Augusto convolò a seconde nozze con Gisa Corsi di Torremontanara, baronessa romano/napoletana da cui ebbe una seconda figlia: Maria Enrica, detta Chica, che si dedicò a rilanciare l’attività vitivinicola legata al palazzo, producendo uno tra i più pregevoli vini della Franciacorta. L’azienda fu tra le prime a proporre sul mercato l’odierno Franciacorta e, grazie a dedizione e impegno, Chica in breve tempo portò la produzione da 5000 a 75000 bottiglie all’anno. La giovane baronessa Monti della Corte sposò il conte olandese Thomas de Marchant et d’Ansembourg, da cui ebbe tre figli: Marie-José, Isabella ed Alessandro.